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2003 – “Uccidimi Ancora”, dal fumetto alla LowBrow Art

Uccidimi Ancora

“Tutti i giorni attendo di morire. Poi rinasco.
Ma non dimentico di essere già morto.”

Uccidimi Ancora è la prima serie pittorica che ho realizzato, spesso è stata associata alla Dark Art, alla Horror Art, alla Punk Art, all’Underground Art, ma soprattutto alla LowBrow Art.

Come nasce la serie pittorica LowBrow “Uccidimi ancora”?

Era l’anno 2003 avevo appena chiuso la mia casa editrice di Fumetti Indipendenti e Underground chiamata “Medicina Nucleare” e per recuperare i soldi perduti iniziai a lavorare come commesso alla Blockbuster. Per la generazione Z, la Blockbuster era un franchising di videocassette della fine degli anni ’90 e inizi anni Zero, faceva parte del gruppo Viacom ed era in partnership con Fininvest. Insomma la cosa più lontana da quello che ero all’epoca, una persona che frequentava varie contro-culture underground.

Ad ogni modo un giorno mentre mangiavo nella sala pranzo della Blockbuster di Siena, presi un Post-it e ci disegnai la mia prima “Bimba”, lei era Violette. Poco dopo iniziai a disegnare un fumetto mai concluso, dove la protagonista ogni notte moriva di morte violenta e il giorno dopo come se non fosse successo niente tornava in vita. Il resto del mondo non ricordava le atrocità commesse su di lei, mentre lei si.

Il fumetto come ho già detto non riuscii mai a terminarlo, ma iniziai a dipingere dei quadri, in cui la protagonista era sia vittima che carnefice delle proprie violenze. Utilizzavo una tecnica particolare, caricavo una pompetta con dell’ecoline nera e poi la spruzzavo sulla tela.

LowBrow Art, come mi sono avvicinato?

In quegli anni adoravo e vivevo l’arte undeground fatta di fanzine, autoproduzioni, Happening Underground e mostre improvvisate. Ricordo ancora l’emozione che ebbi sfogliando Cyberzone, una rivista dell’epoca, conteneva opere di Trevor Brown e Mark Ryden, Iniziai a cercare ovunque quel tipo di arte, alcuni la chiamavano Arte LowBrow altri Pop Surrealismo, io semplicemente la trovavo bellissima e vicina a ciò che volevo raccontare. Da quel momento non smisi più di dipingere.

Da li a poco la prima mostra durante un festival di musica elettronica e successivamente con delle personali nei locali di Firenze.

Quali furono le reazioni del pubblico?

Ricordo che i proprietari dei festival e dei locali erano molto interessati ad espormi, mentre il pubblico ebbe reazioni molto contrastanti. All’esposizione in un locale nel centro di Firenze, un visitatore si alzo in piedi e inizio a urlare e inveire contro i miei quadri con frasi tipo “questo è un pazzo, maniaco e pervertito”, in molti apprezzarono e iniziarono a seguirmi su Myspace, altri utilizzarono il quaderno delle firme facendo disegni dicendo che anche loro erano in grado di fare questi quadri, alla fine qualcuno decise anche di rubare il quaderno 😅

Ecco a voi Violette!